Coreglia Antelminelli ( 595 m.S.l.m.)
I primi documenti sull’origine di Coreglia appartengono alla storia della chiesa e risalgono al sec. X°. Coreglia era allora una Villa della Pieve di Loppia quando il vescovo Gherardo cedette in enfiteusi le rendite dei suoi abitanti ad un progenitore dei Rolandinghi di nome Rodilando. Fin dall’inizio la storia di questa Comunità è legata alle sorti di Lucca e risente, in modo diretto, delle alterne vicende di quest’ultima dalla quale è attratta, per la sua soggezione alla Vicaria di S. Martino, non solo politicamente ed economicamente, ma anche spiritualmente.
Considerata, in epoca medievale, punto strategico, fu soggetta ad un lungo assedio, ad una feroce lotta tra Guelfi e l’esercito di Castruccio Castracani che evidenziò il genio e le doti militari di quest’ultimo. Unendo le sue qualità di condottiero a quelle di stratega, Castruccio costrinse i Guelfi alla resa, circondando il Castello con un esercito di mille fanti e quattrocento cavalieri, fatti venire appositamente da Lucca. Mostrò poi comprensione ed umanità nei confronti dei vinti non infierendo su di loro e permettendo al capitano di ritornare illeso nel suo territorio.
Dopo la morte di Castruccio il re Giovanni di Bosnia, Signore di Lucca, affidò la Vicaria di Coreglia a Ciomacco Mugia ed a Sante Castracani, poi sostituito da Francesco Castracani degli Antelminelli che godette il Vicariato di Coreglia, facendosi anticipatamente chiamare Conte, durante le Signorie del re Giovanni dei Rossi e degli Scaligeri con i quali fu, in principio, molto amico.
Questo non si accontentò di un rapporto di vassallaggio e cospirò per diventare Signore. A questo punto il Consiglio Generale stabilì di punire le sue esagerate ambizioni facendo espugnare i suoi castelli, e quelli dei suoi alleati, con una spedizione armata nel 1341.
Coreglia cadde allora in mano ai Fiorentini cui la ritolse Francesco Castracani nel 1352. L’8 maggio 1355, Francesco ottenne dall’imperatore Carlo IV° la desiderata trasformazione della Vicaria in Contea con diritto di trasmissione ai successori del titolo e del feudo, ma l’anno seguente fu ucciso da Valeriano ed Arrigo, figli di Castruccio Castracani. Gli succedette il figlio Niccolao che fu Signore fino al 1369, anno in cui Lucca restaurò le antiche Vicarie, e che se ne andò poi ad abitare nella città di Cagli.
Nella prima metà del XV° secolo il Castello di Coreglia passò in potere ai Fiorentini ed ancora alla Repubblica di Lucca dopo il trattato di pace del 28 aprile 1438. Col trascorrere del tempo Coreglia acquistava sempre maggiore importanza: già Vicaria dal 1272 diviene Contea fino al 1369 ed infine capoluogo di giurisdizione e di Comune nella Diocesi e Ducato di Lucca. Nel 1862 aggiunge il suo nome a quello degli Antelminelli, essendo stata per lungo tempo sede residenziale e di governo di questa importante famiglia.
Negli ultimi secoli non è più centro di lotte politiche o di armate scorribande fra contrastanti fazioni, ma luogo di pace, di meditazione e di lavoro. Inizia l’attività artigianale e l’emigrazione del figurinaio che diffonderà, in tutto il mondo, l’arte del gesso.
La Rocca di Coreglia Antelminelli è posta sulla porzione più elevata del contrafforte appenninico delimitato dalle ripide sponde dei torrenti Ania e Segone; ai piedi della fortificazione si sviluppa, secondo un andamento che segue la morfologia del terreno, il paese, cinto da mura delle quali si conservano le antiche porte. La posizione della rocca è altamente strategica, da qui si può facilmente controllare un´ampia porzione della valle, e, mediante segnali luminosi, collegarsi con la fortezza di Brancoli e quella di Motrone per inviare messaggi direttamente a Lucca.
Il circuito delle mura, grande a sufficienza per poter ospitare un considerevole numero di uomini e mezzi, appare integro ed in discreto stato di conservazione per tutto il perimetro, ma le trasformazioni del complesso avvenute nel passato con la conversione degli spazi ad uso civile, i terreni ad uso agricolo e in particolare l´abbassamento dell´altezza delle mura, con l´eliminazione di parte dei parapetti e del camminamento di ronda, non ne hanno mutato l´immagine complessiva che conserva sempre i caratteri imponenti dell´antica fortificazione. Si rileva invece l´assenza della torre del mastio demolita nell´800 allo scopo di riutilizzare le pietre per lastricare le strade del paese. Il complesso, diventato proprietà privata, è oggi utilizzato come residenza e come terreno agricolo a servizio di questa.
Altre testimonianze storiche di rilievo sono la chiesa proto-romanica di S. Martino e quella romanica di S. Michele, dalla torre campanaria dell’XI° secolo. Per questi suoi significati storici, per la sua situazione geografica e climatica e soprattutto per la sua vocazione turistica Coreglia, diventa, nel XX° secolo apprezzata stazione di vacanza e di soggiorno estivo.
Rif.http://www.castellitoscani.com/italian/coreglia_antelminelli.htm
I primi documenti sull’origine di Coreglia appartengono alla storia della chiesa e risalgono al sec. X°. Coreglia era allora una Villa della Pieve di Loppia quando il vescovo Gherardo cedette in enfiteusi le rendite dei suoi abitanti ad un progenitore dei Rolandinghi di nome Rodilando. Fin dall’inizio la storia di questa Comunità è legata alle sorti di Lucca e risente, in modo diretto, delle alterne vicende di quest’ultima dalla quale è attratta, per la sua soggezione alla Vicaria di S. Martino, non solo politicamente ed economicamente, ma anche spiritualmente.
Considerata, in epoca medievale, punto strategico, fu soggetta ad un lungo assedio, ad una feroce lotta tra Guelfi e l’esercito di Castruccio Castracani che evidenziò il genio e le doti militari di quest’ultimo. Unendo le sue qualità di condottiero a quelle di stratega, Castruccio costrinse i Guelfi alla resa, circondando il Castello con un esercito di mille fanti e quattrocento cavalieri, fatti venire appositamente da Lucca. Mostrò poi comprensione ed umanità nei confronti dei vinti non infierendo su di loro e permettendo al capitano di ritornare illeso nel suo territorio.
Dopo la morte di Castruccio il re Giovanni di Bosnia, Signore di Lucca, affidò la Vicaria di Coreglia a Ciomacco Mugia ed a Sante Castracani, poi sostituito da Francesco Castracani degli Antelminelli che godette il Vicariato di Coreglia, facendosi anticipatamente chiamare Conte, durante le Signorie del re Giovanni dei Rossi e degli Scaligeri con i quali fu, in principio, molto amico.
Questo non si accontentò di un rapporto di vassallaggio e cospirò per diventare Signore. A questo punto il Consiglio Generale stabilì di punire le sue esagerate ambizioni facendo espugnare i suoi castelli, e quelli dei suoi alleati, con una spedizione armata nel 1341.
Coreglia cadde allora in mano ai Fiorentini cui la ritolse Francesco Castracani nel 1352. L’8 maggio 1355, Francesco ottenne dall’imperatore Carlo IV° la desiderata trasformazione della Vicaria in Contea con diritto di trasmissione ai successori del titolo e del feudo, ma l’anno seguente fu ucciso da Valeriano ed Arrigo, figli di Castruccio Castracani. Gli succedette il figlio Niccolao che fu Signore fino al 1369, anno in cui Lucca restaurò le antiche Vicarie, e che se ne andò poi ad abitare nella città di Cagli.
Nella prima metà del XV° secolo il Castello di Coreglia passò in potere ai Fiorentini ed ancora alla Repubblica di Lucca dopo il trattato di pace del 28 aprile 1438. Col trascorrere del tempo Coreglia acquistava sempre maggiore importanza: già Vicaria dal 1272 diviene Contea fino al 1369 ed infine capoluogo di giurisdizione e di Comune nella Diocesi e Ducato di Lucca. Nel 1862 aggiunge il suo nome a quello degli Antelminelli, essendo stata per lungo tempo sede residenziale e di governo di questa importante famiglia.
Negli ultimi secoli non è più centro di lotte politiche o di armate scorribande fra contrastanti fazioni, ma luogo di pace, di meditazione e di lavoro. Inizia l’attività artigianale e l’emigrazione del figurinaio che diffonderà, in tutto il mondo, l’arte del gesso.
La Rocca di Coreglia Antelminelli è posta sulla porzione più elevata del contrafforte appenninico delimitato dalle ripide sponde dei torrenti Ania e Segone; ai piedi della fortificazione si sviluppa, secondo un andamento che segue la morfologia del terreno, il paese, cinto da mura delle quali si conservano le antiche porte. La posizione della rocca è altamente strategica, da qui si può facilmente controllare un´ampia porzione della valle, e, mediante segnali luminosi, collegarsi con la fortezza di Brancoli e quella di Motrone per inviare messaggi direttamente a Lucca.
Il circuito delle mura, grande a sufficienza per poter ospitare un considerevole numero di uomini e mezzi, appare integro ed in discreto stato di conservazione per tutto il perimetro, ma le trasformazioni del complesso avvenute nel passato con la conversione degli spazi ad uso civile, i terreni ad uso agricolo e in particolare l´abbassamento dell´altezza delle mura, con l´eliminazione di parte dei parapetti e del camminamento di ronda, non ne hanno mutato l´immagine complessiva che conserva sempre i caratteri imponenti dell´antica fortificazione. Si rileva invece l´assenza della torre del mastio demolita nell´800 allo scopo di riutilizzare le pietre per lastricare le strade del paese. Il complesso, diventato proprietà privata, è oggi utilizzato come residenza e come terreno agricolo a servizio di questa.
Altre testimonianze storiche di rilievo sono la chiesa proto-romanica di S. Martino e quella romanica di S. Michele, dalla torre campanaria dell’XI° secolo. Per questi suoi significati storici, per la sua situazione geografica e climatica e soprattutto per la sua vocazione turistica Coreglia, diventa, nel XX° secolo apprezzata stazione di vacanza e di soggiorno estivo.
Rif.http://www.castellitoscani.com/italian/coreglia_antelminelli.htm
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