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Il Parco dell'Orecchiella

L'Orecchiella, il parco


Il Parco dell'Orecchiella è un'area naturale protetta dal Corpo Forestale dello Stato ed è situato nei territori della Garfagnana, inprovincia di Lucca, sulla punta nord-occidentale della Toscana[1] (tra i comuni di Piazza al SerchioSan RomanoSillano e Villa Collemandina). Il Parco Naturale dell'Orecchiella è organizzato e suddiviso in tre riserve naturali gestite dal Corpo Forestale: l'Orecchiella, la Pania di Corfino e Lama Rossa.
Nel parco dal punto di vista della flora si possono ammirare grandi foreste di faggio, castagno ed abeti. La fauna è formata da animali selvatici come il lupo appenninicocinghialicervi e mufloni. Caratteristici del luogo sono inoltre i rapaci quali il falco e l'aquila reale.
Il Centro visitatori del Corpo Forestale dello Stato è un punto di riferimento essenziale per il parco che oltre ai servizi di accoglienza, ospita il Museo naturalistico e il Museo dei rapaci.
Nel Parco dell'Orecchiella è situato anche il Giardino di montagna in cui si trovano molti fiori e piante tipici di ambienti montani. Sono presenti, infatti, specie erbacee annuali o perenni, arboree e arbustive tipiche dell'habitat appenninico.Conclusa la prima guerra mondiale, le condizioni socio-economiche dell'alto Appennino Lucchese erano critiche. La crisi dell'agricoltura, in particolare nelle zone più marginali, fu un fattore fondamentale che portò ad un impoverimento generale con due conseguenze rilevanti: un profondo spopolamento e il degrado del territorio. In quel periodo infatti il territorio subì un abuso delle risorse naturali. In particolare i ripetuti e troppo abbondanti tagli alla vegetazione e gli eccessivi pascoli animali portarono al degradamento del terreno, quindi a continui smottamenti e frane. Per questo motivo, nel 1927, il Distretto Forestale di Lucca presentò un progetto per la ricostruzione e la difesa del suolo.
Nel 1936 iniziarono i primi rimboschimenti che a partire dagli anni cinquanta interessarono tutto il territorio. Da quel momento l'attività del Corpo Forestale dello Stato è stata continua. I punti di base di questa ricostruzione furono in particolare il risanamento del dissesto idro-geologico, il miglioramento delle attività agricole e dell'allevamento, il ripopolamento della fauna, il controllo dell'ambiente e lo sviluppo turistico. L'attuazione di questi punti fondamentali ha permesso la rinascita di questi luoghi in passato deturpati dall'uomo.
Il parco naturale dell'Orecchiella nacque nel 1960 senza una vera e propria legge istitutiva. Fu creato, su richiesta degli abitanti di queste zone, dall'Amministrazione Forestale dello Stato, poi affiancata dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Lucca e dalla Comunità montana della Garfagnana, appositamente per preservare questi territori.
L'istituzione di tre riserve naturali, Pania di Corfino (istituita nel 1971), Lama Rossa (istituita nel 1977) e Orecchiella (istituita nel 1980), ha contribuito al progetto di salvaguardia del territorio. Oggi il Parco Naturale dell'Orecchiella è il risultato dell'unione delle tre riserve demaniali sopra citate con la Foresta demaniale regionale dell'Alto Serchio, che si estende per oltre 10000 ettari, rispettivamente gestite dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Comunità Montana della Garfagnana.
Il Parco a sua volta è compreso all'interno del parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano.
Esteso su 52 km² di superficie è,in ordine di grandezza, il secondo parco che occupa questa zona dopo il Parco naturale regionale delle Alpi Apuane. Nato con l'intento di salvaguardare e conservare un luogo di grande valore naturalistico, è stato progettato fin da principio in modo tale che il suo sviluppo non interferisse con i residenti presenti nella zona. I confini del parco evitano quindi numerosi nuclei abitati che attualmente lo circondano. Uniche eccezioni sono, ormai quasi disabitati, i piccoli villaggi di pastori di: Campaiana, Salera, Capanne di Vibbiana e Capanne di Caprignana.
Il perimetro del parco ha la forma di un rombo e presenta al suo interno il monte più alto della Toscana, il Monte Prado. Questo raggiunge un'altitudine di 2054 metri ed è situato sulla dorsale appenninica di Nord-Est, ai confini della provincia di Reggio Emilia dove comunica con il Parco del Gigante.
Il territorio è caratterizzato da rocce che appartengono alla Falda Toscana la quale costituisce il sistema geologico delle Alpi Apuane e dell'Appennino. Le rocce presenti nella zona si sono formate milioni di anni fa in un ambiente di mare che inizialmente era poco profondo ma che con il passare del tempo si è notevolmente modificato fino a richiudersi. A causa dei cambiamenti di questo mare si sono accumulate rocce diverse che hanno dato origine a queste montagne. Questo processo è iniziato nel Triassico (248-213 milioni di anni fa).
Nell'area della Riserva affiorano prevalentemente due tipi di roccia. La prima è la Scaglia rossa la cui formazione è data da argilliti rosse, verdi e grigie con intercalazioni di calcareniti con abbondanti Nummuliti. La seconda invece è l' Arenaria macigno che caratterizza anche il crinale dell'Appennino e si tratta di una roccia di colore grigio scuro formatasi in un mare profondo.
Il paesaggio è caratterizzato da un ampio altopiano che presenta innumerevoli sorgenti e corsi d'acqua. L'altopiano è dominato dalla Pania di Corfino, un massiccio calcareo che richiama in modo particolare la struttura delle Alpi Apuane e che sovrasta il piccolo paese di Campaiana.
La Pania di Corfino, a partire dal 1971, è stata istituita come riserva naturale. Alle pendici del versante ovest della Pania di Corfino è stato creato, su una vasta area calcarea, l'Orto botanico, con l'intento di preservare le specie vegetali in via d'estinzione e mostrare ai visitatori quelle di maggiore interesse.
A 1200 metri di altezza, situato sulla parte meridionale del Monte Orecchiella, è presente il centro vsitatori del parco la cui area comprende un laghetto artificiale ed alcuni recinti dove è possibile osservare cinghialicervi, caprioli e mufloni.
La presenza di grotte d'origine carsica nota sin dalla preistoria è una caratteristica molto importante. Infatti in queste cavità, sono molto frequenti i ritrovamenti di tracce di animali ma soprattutto dell'uomo primitivo e dei suoi manufatti. Le grotte più importanti da questo punto di vista si trovano nei Comuni di Sillano e di Villa Collemandina e le più suggestive sono la Tana delle Fate di Soraggio, la Buca della Nonna, la Tana della Guerra di Sassorosso, la Tana delle Cento Camere e l'Antro del Fauno.
Complessivamente ne sono state individuate 31, e la loro lunghezza varia tra i 35 e i 1120 metri.
Le alture principali sono la Pania di Corfino (m 1603), la Ripa (m 1307), il monte Vecchio (m 1982) e il monte Prado (m 2054).
In passato i ghiacciai perenni presenti sulle vette appenniniche e l'intensa attività dei venti carsici hanno dato luogo ad una morfologia del territorio molto articolata e quindi una grande varietà di ambienti naturali.La riserva prende il nome dal rilievo Pania di Corfino: un Massiccio montuoso calcareo di tipo apuano di 1603 m s.l.m. La Riserva occupa il versante sud-est del rilievo e interessa un'area di 135 ettari. Il paesaggio naturale della pania di Corfino è strettamente dipendente dalle particolari tipologie di roccia che strutturano il rilievo. In particolare troviamo stratificazioni di calcari grigi sormontati da lembi di calcari nodulari ammonitici[2].
I calcari grigi sono molto importanti soprattutto per le ricerche fossili presenti in questa zona. Si sono formati durante il Giurassico inferiore, circa 180-205 milioni di anni fa, sono formati da sabbie oolitiche, di cui conservano il colore biancastro, o da fanghi carbonatici di una tonalità grigio-scura. Queste rocce sedimentarie sono molto ricche di fossili antichi, situati prevalentemente negli strati superiori, come molluschi bivalvi che possono formare degli strati spessi anche qualche metro (banchi a Lithiotis). Questi strati sedimentari di molluschi bivalvi in passato venivano utilizzati e lavorati in moda da ottenere la “Pessatella”, una pietra utilizzata per sculture sacre o acquasantiere[3][4].
Il tipo di rocce presenti sulla Pania di Corfino sono differenti da quelle, arenarie macigno presenti sulla dorsale appenninica Tosco-Emiliana.
La posizione geografica della Pania di Corfino, rivolta da un versante verso il mare, dall'altro verso gli Appennini, ha fatto sì che si sviluppasse un flora molto diversificata, in parte tipica degli ambienti di alta quota e in parte di tipo mediterraneo. Questo spiega anche il perché della presenza in abbondanza di faggi, piante legate ad un clima di tipo atlantico, e anche dei lecci, piante che sono tipiche della vegetazione mediterranea. Ad arricchire la flora presente su queste terre troviamo soprattutto l'orchidea, la genziana, la peonia, ilrododendro, lo sfagno.
Queste sono tutte specie protette in queste zone a causa del precedente intervento dell'uomo che ne ha messo a rischio l'esistenza.
Per quanto riguarda la fauna invece questa presenta cinghialimuflonicaprioli e cervi fra gli erbivori, e il lupo appenninico fra i carnivori. Fondamentali sono le oltre 130 specie di uccelli, fra i quali primeggiano i rapaci, ed in particolare i due esemplari di Aquila reale.La Riserva Naturale Statale Lamarossa interessa una superficie di 167 ettari lungo i rilievi dell'Appennino lucchese con boschi misti e torbiera. Si estende su un pendio tra i 1200 e i 1400 e fa parte del comprensorio dell'Orecchiella.
La peculiarità della riserva è costituita dalla presenza di numerose sorgenti, tra cui quella di Lamarossa, dai cui la riserva prende il nome, e una zona umida di notevole interesse naturalistico con rarità floristiche.
Nei pressi dei casolari di Pratomaleta (1133 m), il terreno, delimitato da lunghi cordoni morenici, accoglie depositi paludosi e torba alimentata continuamente dallo sfagno[5].
La vegetazione della riserva è caratterizzata dalle faggete e da alcune praterie. La flora, in gran parte derivante da rimboschimenti effettuati dal Corpo forestale dello Stato, comprende la conifera, l'abete bianco, il salice, la betulla, l'ontano nero e il pioppo tremulo.
La torbiera e la sorgente sono ubicate sul margine della riserva stessa, a cui danno il nome. Negli ambienti umidi si trovano la pinguicola, la viola palustre, la Gentiana porporina, la Gentianella stellata e lo Sfagno. Quest'ultimo presenta varie tipologie:
Tra le specie erbacee prevalgono quelle a fioritura precoce che convivono con la faggeta: Anemone nemorosaScilla bifoliaSaxifraga rotundifolia e Stellaria nemorum. Le radure sono caratterizzate dalla presenza della Paeonia officinalis, della primula, del Lilium martagon e Lilium croceum.
Tra la fauna della riserva troviamo specie come: il tritone alpestre, la rana appenninica ed il geotritone. Tra le specie nidificanti sono di rilievo naturalistico: astoresparviero,prispolonemerlo acquaiolotordo bottacciobigia grossaregoloaverla piccolaciuffolotto[5].Al contrario del resto del parco dell'Orecchiella, aperto per tutto l'anno, la riserva può essere visitata soltanto nella stagione di apertura del Centro Visitatori che va da Pasqua fino al 1º novembre. È l'ultima delle tre riserve che costituiscono il Parco dell'Orecchiella. La sua istituzione risale al 1980 e la sua funzione è quella di collegamento con le aree diLamarossa e Pania di Corfino.
All'interno della riserva si trovano: il Centro Visitatori del Parco, di fondamentale importanza dal punto di vista turistico, e i recinti di acclimatazione e ambientamento che hanno la funzione di facilitare l'insediamento e la diffusione degli animali utilizzati al ripopolamento del territorio. Esiste anche uno zoo di montagna.
Non è possibile fare escursioni se siete in compagnia dei vostri amici cani in quanto è possibile che disturbino la fauna locale.
Gran parte della riserva è caratterizzata dalla presenza della conifera e da distese di faggete. Nelle zone di altitudine minore della riserva la vegetazione predominante è caratterizzate da castagneti e cerrete.
Sono presenti tra le specie arboree ed arbustive: l’acero montano, il frassino maggiore, il biancospino, il prugnolo, il sorbo montano e l'ontano bianco.
La fauna presente nella riserva è molto abbondante e presenta specie come il cervo, il capriolo, il cinghiale, il muflone, il lupo, l'aquila reale e il falco pellegrino, che utilizzano la riserva come zona di caccia[6].Nel Parco dell'Orecchiella sono stati allestiti percorsi per escursioni impegnative e diversi sentieri didattici come:
  • Bocca di Scala - Monte Vecchio[9]
  • Airone[10]
  • Il Vallone delle Grottacce[11]
  • Il sentiero dello struscio
Nel parco vengono compiuti importanti studi sul comportamento delle varie specie e sul passato della zona sia per quanto riguarda l'aspetto geo-morfologico, sia per i ritrovamenti archeologici che sono stati fatti.A partire dal 2001, a seguito di numerose ricerche effettuate sul territorio della riserva naturale dell'Orecchiella, il Dipartimento di Scienze Archeologiche dell'Università di Pisa in collaborazione con studiosi locali hanno mostrato come questa zona sia un'area importante per lo studio del clima e dell'ambiente i quali potevano essere analizzati in un periodo di circa 50.000 anni.
Per approfondire gli studi precedentemente effettuati nacque quindi nel gennaio dello stesso anno un progetto chiamato "progetto Orecchiella". A collaborare con il Dipartimento di Scienze Archeologiche anche la Provincia di Lucca, la Comunità Montana della Garfagnana, l'Azienda per le Foreste Demaniali di Lucca C.F.S. con la finalità e di svolgere indagini su di un territorio di importanza ambientale e di riportare scoperte orcheologiche di notevole spessore.
Il progetto prevedeva ricerche di superficie incentrate prevalentemente nell'area dell'Orecchiella ed eventualmente espandibili a zone Appenniniche limitrofe.
Lo scopo finale di tale ricerche era di ricostruire i modi e i tempi di una eventuale frequentazione preistorica all'interno della zona analizzata o più in generale le problematiche paletnologiche. A tale scopo l'analisi prevedeva: il censimento e la localizzazione cartografica con metodo tradizionale e GIS (Geographycal Information System) dei siti individuati e una loro caratterizzazione culturale, attività di scavo, effettuate dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell'Università di Pisa, in siti di recente individuazione e infine il completamento della catalogazione e lo studio del materiale archeologico proveniente dall'area[12































































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