Antro del Corchia
La Grotta Antro del Corchia si trova alle pendici del monte Corchia situato sulle Alpi Apuane in Toscana[1].
Il complesso carsico del monte Corchia, di cui fanno parte l'Antro del Corchia, l'Abisso Fighierà e l'Abisso Farolfi, è il più esteso complesso carsico d'Italia, con circa 64 km di gallerie conosciute ma di cui ad oggi soltanto 53 km trascritti in carta. Risulta così al catasto seconda, dopo il complesso Stoppani. Recenti studi ci dicono però che il complesso carsico del monte Corchia abbia uno sviluppo complessivo attorno ai 150 km. Ma il dato è ancora da verificare[2].
La parte aperta al pubblico è di 2 km circa.
La Grotta Antro del Corchia si trova alle pendici del monte Corchia situato sulle Alpi Apuane in Toscana[1].
Il complesso carsico del monte Corchia, di cui fanno parte l'Antro del Corchia, l'Abisso Fighierà e l'Abisso Farolfi, è il più esteso complesso carsico d'Italia, con circa 64 km di gallerie conosciute ma di cui ad oggi soltanto 53 km trascritti in carta. Risulta così al catasto seconda, dopo il complesso Stoppani. Recenti studi ci dicono però che il complesso carsico del monte Corchia abbia uno sviluppo complessivo attorno ai 150 km. Ma il dato è ancora da verificare[2].
La parte aperta al pubblico è di 2 km circa.
Storia
L'ingresso dell'Antro del Corchia[3] fu scoperto per la prima volta dal geologo leviglianese Giuseppe Simi nel 1841 che la esplorò insieme al figlio Emilio Simi, naturalista, il quale nel 1847 pubblicò il rilievo dei primi 200 m circa. La buca prese il nome di Buca d'Eolo per via del forte vento che tuttora si può percepire all'ingresso (fino a 85 km/h; per questo sono presenti tre porte a tenuta aerea). La parte che poteva essere facilmente esplorata termina dopo qualche decina di metri, e negli anni a seguire furono molti quelli che si avventuravano al suo interno. Ne fanno testimonianza le molteplici scritture sulle pareti della grotta.
Per esplorare la seconda diramazione si dovette aspettare l'avvento delle tecniche speleologiche del secolo scorso, che diedero alla luce nuove ed importanti diramazioni all'interno della cavità. Negli anni '30 infatti l'esplorazione continuò grazie al gruppo speleologico di Firenze sino ad una profondità di 541 m, portando la grotta, in quell'epoca, ad essere uno dei più profondi abissi esplorati in tutto il mondo, secondo solo alla Spluga della Preta che vantava 627 m di profondità. Il record fu ritoccato più avanti, negli anni '60 da speleologi milanesi e bolognesi portando la profondità dell'abisso fino a 670 m.
Sul finire degli anni '60 alcuni speleologi inglesi individuano un importante ingresso del complesso dell'abisso: la Buca del serpente, disostruita dagli speleologi di Empoli nel 1971. Più avanti fu scoperto l'Abisso Fighierà con circa 700 m di dislivello.
Nell'agosto del 1980 fu scoperto l'ingresso dell'Abisso Rodolfo Farolfi, una stretta apertura nella montagna che dopo alcune esplorazioni iniziali portò gli esploratori alla profondità di 200 m e nel settembre ad un secondo fondo di 350 m a cura dei gruppi speleo di Pisa, La Spezia, Faenza e Pontedera. Solo nel febbraio del 1981, tra i vari cunicoli presenti in questo abisso, si individuò il corridoio che a circa 500 m di profondità congiunge l'Abisso Farolfi all'Abisso Fighiera, ad opera dei gruppi speleologici di Pisa e Massa.
Nel 2001 la grotta è stata aperta al pubblico che può visitare, con un percorso attrezzato con passerelle, le zone più interne dell'antro.
Nel 2012 avrebbe perso il primato di grotta più lunga per il sistema carsico Stoppani-Fornitori-Tacchi[4],dato che quest'ultimo sistema risulta lungo 58 chilometri, ma va detto che nel frattempo le esplorazioni dell'Antro del Corchia sono proseguite, arrivando oggi ad un totale effettivo di 64 km. I 53 km fino ad oggi dichiarati sono quelli accatastati, quindi sono dati da aggiornare.
L'ingresso dell'Antro del Corchia[3] fu scoperto per la prima volta dal geologo leviglianese Giuseppe Simi nel 1841 che la esplorò insieme al figlio Emilio Simi, naturalista, il quale nel 1847 pubblicò il rilievo dei primi 200 m circa. La buca prese il nome di Buca d'Eolo per via del forte vento che tuttora si può percepire all'ingresso (fino a 85 km/h; per questo sono presenti tre porte a tenuta aerea). La parte che poteva essere facilmente esplorata termina dopo qualche decina di metri, e negli anni a seguire furono molti quelli che si avventuravano al suo interno. Ne fanno testimonianza le molteplici scritture sulle pareti della grotta.
Per esplorare la seconda diramazione si dovette aspettare l'avvento delle tecniche speleologiche del secolo scorso, che diedero alla luce nuove ed importanti diramazioni all'interno della cavità. Negli anni '30 infatti l'esplorazione continuò grazie al gruppo speleologico di Firenze sino ad una profondità di 541 m, portando la grotta, in quell'epoca, ad essere uno dei più profondi abissi esplorati in tutto il mondo, secondo solo alla Spluga della Preta che vantava 627 m di profondità. Il record fu ritoccato più avanti, negli anni '60 da speleologi milanesi e bolognesi portando la profondità dell'abisso fino a 670 m.
Sul finire degli anni '60 alcuni speleologi inglesi individuano un importante ingresso del complesso dell'abisso: la Buca del serpente, disostruita dagli speleologi di Empoli nel 1971. Più avanti fu scoperto l'Abisso Fighierà con circa 700 m di dislivello.
Nell'agosto del 1980 fu scoperto l'ingresso dell'Abisso Rodolfo Farolfi, una stretta apertura nella montagna che dopo alcune esplorazioni iniziali portò gli esploratori alla profondità di 200 m e nel settembre ad un secondo fondo di 350 m a cura dei gruppi speleo di Pisa, La Spezia, Faenza e Pontedera. Solo nel febbraio del 1981, tra i vari cunicoli presenti in questo abisso, si individuò il corridoio che a circa 500 m di profondità congiunge l'Abisso Farolfi all'Abisso Fighiera, ad opera dei gruppi speleologici di Pisa e Massa.
Nel 2001 la grotta è stata aperta al pubblico che può visitare, con un percorso attrezzato con passerelle, le zone più interne dell'antro.
Nel 2012 avrebbe perso il primato di grotta più lunga per il sistema carsico Stoppani-Fornitori-Tacchi[4],dato che quest'ultimo sistema risulta lungo 58 chilometri, ma va detto che nel frattempo le esplorazioni dell'Antro del Corchia sono proseguite, arrivando oggi ad un totale effettivo di 64 km. I 53 km fino ad oggi dichiarati sono quelli accatastati, quindi sono dati da aggiornare.
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