La miniera dell'argento vivo
La visita guidata alle antiche Miniere, le più antiche dell’Alta Toscana nominate addirittura in un atto del Comune di Pisa del 1153, ha una durata di circa un’ora e si sviluppa lungo un percorso attrezzato di 900 mt. alla scoperta degli antichi giacimenti, accompagnati da una guida e muniti di caschetti da minatori.
Nelle Alpi Apuane meridionali sono state compiute attività minerarie fin dal XII sec. per l’estrazione di minerali di piombo argentifero, bario, ferro, mercurio con produzioni che a livello locale hanno dato occupazione massima nel XIX sec.
La visita guidata inizia nel cantiere della “Cava Romana” dove si può notare il metodo di scavo a pozzi inclinati lungo le vene di roccia mineralizzate collegati all’esterno con gallerie orizzontali moderne per il carreggio del minerale. Una delle particolarità che possiamo trovare nelle gallerie è la presenza di mercurio metallico allo stato nativo che rappresenta una peculiarità a livello mondiale. Il percorso continua poi verso i cantieri della “Cavetta” al di sopra dei quali si ritrovano discenderie inclinate in cui sono installati vecchi tubi e tramogge per lo scarico del minerale dai livelli soprastanti; quell’ambiente costituisce la zona della “Speranza”, zona ricca di cinabro in numerose venette negli scisti verdastri. I minerali più diffusi di queste miniere sono Cinabro e Pirite accompagnati da piccole quantità di Mercurio nativo. Si rinvengono inoltre rari minerali, tra cui la “Leviglianite” (varietà zincifera di metacinabro) e soprattutto la “Grumiplucite” (solfuro di mercurio e bismuto), qui recentemente scoperta e descritta per la prima volta.
La visita guidata alle antiche Miniere, le più antiche dell’Alta Toscana nominate addirittura in un atto del Comune di Pisa del 1153, ha una durata di circa un’ora e si sviluppa lungo un percorso attrezzato di 900 mt. alla scoperta degli antichi giacimenti, accompagnati da una guida e muniti di caschetti da minatori.
Nelle Alpi Apuane meridionali sono state compiute attività minerarie fin dal XII sec. per l’estrazione di minerali di piombo argentifero, bario, ferro, mercurio con produzioni che a livello locale hanno dato occupazione massima nel XIX sec.
La visita guidata inizia nel cantiere della “Cava Romana” dove si può notare il metodo di scavo a pozzi inclinati lungo le vene di roccia mineralizzate collegati all’esterno con gallerie orizzontali moderne per il carreggio del minerale. Una delle particolarità che possiamo trovare nelle gallerie è la presenza di mercurio metallico allo stato nativo che rappresenta una peculiarità a livello mondiale. Il percorso continua poi verso i cantieri della “Cavetta” al di sopra dei quali si ritrovano discenderie inclinate in cui sono installati vecchi tubi e tramogge per lo scarico del minerale dai livelli soprastanti; quell’ambiente costituisce la zona della “Speranza”, zona ricca di cinabro in numerose venette negli scisti verdastri. I minerali più diffusi di queste miniere sono Cinabro e Pirite accompagnati da piccole quantità di Mercurio nativo. Si rinvengono inoltre rari minerali, tra cui la “Leviglianite” (varietà zincifera di metacinabro) e soprattutto la “Grumiplucite” (solfuro di mercurio e bismuto), qui recentemente scoperta e descritta per la prima volta.
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