Fiumalbo (953 m.S:l.m.)
Fiumalbo è un comune di 1.298 abitanti[1] della provincia di Modena, in Emilia-Romagna. Fa parte della Comunità Montana del Frignano, che ha il proprio capoluogo a Pavullo nel Frignano.
Il nome del paese si pronuncia Fiumalbo in fiumalbino, ma Fiumêlb in modenese. Una particolarità di Fiumalbo sta infatti nel suo dialetto, che si differenzia notevolmente dagli altri dialetti parlati nella zona, sia sul versante emiliano che su quello toscano, costituendo uno dei più interessanti punti di transizione fra il tipo linguistico italiano settentrionale (emiliano), al quale appartiene, e quello italiano centrale (toscano), con un risultato simile ad altri dialetti settentrionali conservativi, come quelli veneti.
Il comune di Fiumalbo si trova nell'alto Appennino modenese, al confine con la Toscana. Il centro principale sorge in un'ampia valle, molto soleggiata sia d'inverno che in estate, alla confluenza del Rio Le Motte (Rio San Francesco) e del Rio dell'Acquicciola, che ne delimitano il vecchio centro storico. Il nome Fiumalbo deriva peraltro da Flumen album ("fiume bianco") o, meno probabilmente, da Flumen in alpe ("fiume di montagna", da un *alpis ricostruito sul plurale Alpes del latino classico)[3].
La vallata di Fiumalbo si apre sul Monte Cimone a Est e, a sud est, il Monte Libro Aperto ed il Monte Lagoni; il Monte Modino e la "Fiancata" delle Rotàri a Ovest; il Passo dell'Abetone a sud; la gola del Fiume Scoltenna a nord.
La confluenza dei due corsi d'acqua che delimitano il centro di Fiumalbo danno origine allo Scoltenna che, a sua volta, confluendo con il Leo, dà origine al Fiume Panaro, affluente del Po). Corsi d'acqua minori sono il Rio delle Pozze (dalla Val di Luce), il Pistone (dal Cimone), il Rio delle Tagliole (dal Lago Santo). Del territorio fanno parte diversi centri abitati, tra cui si citano Dogana Nuova, Faidello, Rotàri, San Michele, oltre ai numerosi borghi sulle pendici del Cimone e del Modino.
L'altezza sul livello del mare varia dagli 800 metri circa della parte bassa dello Scoltenna, fino ai 2165 della vetta del Monte Cimone. Ampie le superfici boscate, soprattutto con faggi e abeti diffusi su tutto il territorio sino al limite della vegetazione (1700 metri); castagni, noccioli, aceri di monte e ricci, cerri, ontani, frassini sono anch'essi presenti in forma autoctona o semi-autoctona. L'agricoltura montana, una volta diffusa, è ora assai rara, con qualche appezzamento di foraggio e sporadicamente grano. Anche l'allevamento di bovini è ormai molto ridotto, così come il pascolo degli ovini, una volta caratterizzato dalla periodica transumanza con le pianure romagnole e venete.
Storia
Fiumalbo è un centro di montagna molto antico con quasi 1000 anni di storia scritta, ma le sue origini sono molto più antiche e si perdono indietro nei secoli. Paese di confine, ha vissuto le vicende che hanno cambiato la storia con distacco e lontananza, considerando quelle vicende non collegate alla storia del paese.
Alcune fonti[4] riportano che i primi abitanti della Valle di Fiumalbo fossero i liguri-friniati, che nel II secolo a.C. si rifugiarono sull'appennino modenese provenienti dalla pianura padana. Il paese di Fiumalbo è nominato in un atto del 1038, che sanciva la cessione della "Rocca che si chiama Fiumalbo" dal marchese Bonifacio di Canossa al vescovo di Modena Viberto (Bonifacio era il padre di Matilde di Canossa). Nel 1197 molti fiumalbini giurarono fedeltà al Comune di Modena, mettendo a disposizione per le eventuali necessità militari il territorio e gli uomini. Il giuramento è stato riconfermato dai rappresentanti della Comunità Fiumalbina nel 1205 e nel 1276.
Molto importante per lo sviluppo del paese è stata la nobile famiglia Bondi-Santi che da sempre qui ha avuto vasti possedimenti[senza fonte]. Alcuni suoi esponenti, come Pietro e suo padre Giandomenico (1769-1834), nel XIX secolo furono anche sindaci. Quest'ultimo fu uno degli uomini più benemeriti di Fiumalbo, come amministratore del comune in tempi assai difficili e come benefattore illuminato. Salvò il paese dalle rappresaglie napoleoniche, ospitò nel suo palazzo il Duca di Modena più volte, diede beneficenze al seminario (nella qual chiesa riposa)[5][6].
Nel 1936 una parte del territorio del comune di Fiumalbo e una di quello di Cutigliano sono passate a costituire il comune di Abetone.
Fiumalbo fu ad inizio secolo una terra di emigranti. Nell'incidente minerario di Dawson del 1913 avvenuto in Nuovo Messico, tra i 146 minatori emigrati dall Italia che perirono ben 17 provenivano da Fiumalbo[7][8]. Altri ancora provenivano dalle zone circostanti come Riolunato ePievepelago.
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