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Pieve Romanica di Casabasciana

La pieve Romanica di Casabasciana

La pieve dei Ss. Quirico e Giulitta sorge in una località isolata, lungo la strada che dal torrente Lima risale verso il paese di Casabasciana. L´edificio, che risale all’altomedioevo, conserva la struttura romanica del XII secolo, che si caratterizza per la semplicità dell’architettura e delle tecniche costruttive. La ricca decorazione dei capitelli dei colonnati interni contrasta con la linearità delle superfici esterne. La pieve dei Ss. Quirico e Giulitta, documentata per la prima volta nel 985, fu fondata lungo una strada antica, che attraverso il Battifolle, metteva in comunicazione la Valdilima con la Valdinievole. Rimasta in posizione marginale rispetto all´omonimo castello di Casabasciana, fu successivamente, costruita una nuova chiesa all’interno di questo (l’attuale Chiesa Parrocchiale). Come risultato di questo trasferimento, la "pieve vecchia" fu quasi completamente abbandonata. Prima della fondazione dei castelli e la riorganizzazione signorile del territorio, la pieve era disposta al centro di una miriade di piccoli villaggi sparsi, carenti nella maggior parte di strutture religiose. Soltanto a partire dai secoli XI-XII l´insediamento si accentrò intorno ai nuclei di Casabasciana, Crasciana e Brandeglio. La pieve di Casabasciana presenta due fasi costruttive. Nella fase romanica, databile al XII secolo, la chiesa aveva una pianta a tre navate con abside semicircolare e la navata maggiore era sopraelevata rispetto a quelle laterali. In facciata si trova un unico ingresso, sormontato da una grande monofora, con portale con arco a tutto sesto, mentre una seconda porta con architrave su mensoline si apriva sul lato sud. Il campanile, corrispondente alla chiesa del XII secolo, è costruito sul lato nord della pieve, presso la facciata. Nel 1720 ca. le navate laterali furono alzate giungendo così al livello di quella centrale. In questa fase furono realizzate due finestre ai lati della facciata. Tali lavori furono eseguiti dall’Abate Paolo Francesco Finucci (*1680 - + 1745) che rinnovò anche l’interno della Chiesa. La Pieve fu dotata di un’altar Maggiore in stucco alla romana e di due altari laterali: uno dedicato a Sant’Antonio di Padova (navata destra) e l’altro dedicato al Ss.mo Crocifisso (navata sinistra). La tribuna dell’abside fu affrescata dal pittore lucchese Bartolomeo de’ Santi. L’affresco rappresentava la vergine col bambino con ai lati i Santi Quirico e Giulitta e San Giovanni Battista. A questo intervento sono da ricondurre anche i lavori eseguiti al campanile che fu ricostruito nella parte alta con l´apertura di quattro finestre per lato e con il coronamento a merli laterali. Nel 1826, con i nuovi lavori di restauro, fu costruita una struttura, successivamente demolita, tra la chiesa e il campanile, utilizzata come camera mortuaria, che comportò l´abbattimento parziale della muratura della chiesa e l´apertura di una porta di collegamento tra i due edifici. La prima fase, databile al XII secolo, presenta due tecniche costruttive, di cui una molto regolare realizzata con conci di arenaria rifiniti a punta è presente nella facciata e nelle murature laterali dell´abside. Il resto dell´edificio è realizzato con bozze di arenaria e con l´impiego di zeppe, disposte su filari orizzontali. Il campanile è costruito con una tecnica regolare e con l´impiego di conci analoghi a quelli utilizzati in facciata. La fase post-medievale si caratterizza invece per una tecnica disordinata in cui vengono utilizzati materiali non lavorati legati da abbondante malta. All´interno si conserva una serie di capitelli con raffigurazioni fitomorfe e antropomorfe. Originaria del secolo X, questa pieve fu ricostruita verso il 1308, quando assunse la struttura attuale a tre navate. Abbandonata in seguito allo sviluppo del sovrastante borgo, è stata recuperata in un recente restauro. Attestata come pieve già nel 918, è ancora fiorente nel 1260, quando risulta a capo di un piviere non troppo ampio, corrispondente alla parte centrale del corso della Lima, con le chiese di Cocciglia, Cerqueto, Matriceto e Surignano, Brandeglio e Crasciana. Questo territorio, in parte tributario della Santa Sede, forse per donazioni effettuate dalla marchesa di Toscana nell´XI secolo, fu possesso prima della consorteria dei nobili di Corvara, per entrare già nel primo Trecento nei territori della Repubblica di Lucca come comunità della Vicaria di Val di Lima. La precoce decadenza di questa pieve è probabilmente dovuta alla sua collocazione isolata, un tempo funzionale in quanto posta sul percorso di antichissima origine che congiungeva la Val di Lima con la Val di Nievole e facilmente raggiungibile a tutti gli abitati circostanti, ma messa in crisi dallo sviluppo di questi, in particolare di quello collocato poco sopra la pieve, un sito un tempo fortificato che ha conservato fino agli inizi del secolo XX il toponimo castello. Di fatto agli inizi del Cinquecento, nell’ormai consolidato borgo di Casabasciana, venne ampliato per l´uso della popolazione un oratorio dedicato a S. Pietro, oggi divenuto chiesa parrocchiale con la stessa titolazione dell’antica pieve; nella Visita Pastorale del 1553 si rileva che in questa già non si usava più tenervi il SS. Sacramento; nella "Visita" successiva, del 1686, l´antico edificio risulta ormai in rovina e totalmente abbandonato, tanto che nell’annesso cimitero pascola il bestiame. La pieve vecchia, consolidata da un restauro degli anni Sessanta del Novecento, è da ascriversi ai secoli XIII- XIV, come attestano gli stemmi distinguibili sui capitelli. Le tre navate che costituiscono l´impianto sono spartite da colonne, mentre l´abside mantiene resti di un coronamento ad archetti forse reimpiegati dal precedente edificio del cui perimetro absidale sono stati rinvenuti resti, collocati a un livello inferiore rispetto all´attuale piano pavimentale.

































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