Trassilico (720 m S.l.m.)
Il paese di Trassilico si trova all'interno del comune di Gallicano, alle spalle delle alpi Apuane, di fronte al monte forato ed alla Pania della croce.
Il paese di Trassilico confina con il comune di Vergemoli, con il paese di Calomini, Vergemoli, San Pellegrinetto, Gragliana, con il comune di Fabbriche di Vallico, tramite Vallico di sopra, infine con Verni.
Il paese di Trassilico oggi si raggiunge facilmente da Gallicano con una strada asfaltata ricavata lungo la costa della vallata, mentre una volta il paese si raggiungeva tramite delle mulattiere alcune delle quali ancor oggi percorribili.
La più antica è la mulattiera che scende rapidamente sul versante in faccia a Vergemoli, e si allaccia a quella che da Castelnuovo, risalendo il corso della turrite di Gallicano, passava da Fornovolasco e attraverso il valico di Petrosciana raggiungeva la Versilia.
l'origine del paese di Trassilico non ha testimonianze certe, comunque, secondo alcuni, la località risulta abitata fin dall' 'epoca romana, come attesterebbero sporadici ritrovamenti archeologici.
Nel 1988 è stata rinvenuta casualmente per il cedimento di un vecchio muro di sostegno, una lastra di arenaria di piccole dimensioni, databile tra il V e VII secolo dopo cristo e recante incisa la scritta funebre per un bambino, propensus, scomparso in tenera età e risorto ad una vita nuova: questa testimonianza paleocristiana induce a pensare che in quel periodo li esistesse un cimitero .
Quanto alla denominazione del paese va ricordato che essa potrebbe trarre origine da " trans pertusum silicem", cioè "oltre il foro della pietra"con riferimento al monte forato, oppure, come appare da alcune antiche carte geografiche dove il nome della Pania è segnato come" pietra pania ", potrebbe essere semplicemente "trans silicem" che suonerebbe " al dilà della pietra (pania).
Il primo riferimento al paese di Trassilico si ha nell'anno 740, in un documento con il quale Gundualdo Chierico, discendente dai longobardi acquistò una e un pezzo di terra incolta in " Trasiclu" da un certo Baruncio di Vico Campulo (Campori), per due soldi d'oro.
LA presenza Longobarda è confermata anche dall' intervento di due toponimi usati ancora oggi, Lavacello, si tratta di una sorgente di piccole dimensioni posta sulla vecchia strada che conduceva alla via di collegamento con la Versilia e Castelnuovo (chiamata via di Castelnuovo);Lavacchielli cioè una sorgente che si trova sulla strada che collega il paese alla località Colle; comunque entrambi i termini in origine dovevano avere il significato di luogo dove affiora l'acqua.
Intorno all'anno 1040 viene citato in un documento Donnuccio detto Sirico, appartenente alla famiglia dei Porcaresi ; questa famiglia che secondo alcuni fece costruire la rocca, dominò fino al 1209 anno in cui fu messa al bando dall'imperatore Ottone IV.
In seguito venne riabilitata , ma decise di abbandonare la sua giurisdizione su Trassilico e delegò alcuni dei suoi componenti a sciogliere il paese dalla promessa di fedeltà e dai giuramenti fatti verso quella casata e a venderne i beni , i diritti e tutto quanto competeva alla famiglia nei confronti della comunità.
Nel XIV secolo i documenti in cui si fa riferimento a Trassilico sono più numerosi e forniscono un numero sempre maggiore di notizie.
Una volta caduti i Guinigi a Lucca, approfittando della situazione di instabilità politica venutasi a creare in città e per il timore di incursioni e saccheggi, ma nel 1429 Sillico si offri spontaneamente agli Estensi, seguito nel 1430 da Gallicano con tutte le comunità appartenenti alla sua vicaria e quindi anche Trassilico.
Negli anni seguenti quasi tutti i paesi della Garfagnana passarono alla casa d'Este, tranne Castiglione e Minucciano che rimasero soggetti a Lucca, mentre Gallicano, con Perpoli, Fiattone,Treppignana e Riana, tornarono sotto il dominio lucchese nel 1451.
In quel periodo la valle fu divisa nelle vicarie estensi di Castelnuovo(dove risiedeva il governatore della "provincia" della Garfagnana), Camporgiano, Trassilico e delle Terre nuove.La vicaria di Trassilico fu formata con alcune delle terre appartenute alla vicaria di Gallicano e comprendeva:Trassilico, Cascio, Molazzana, Brucciano, Calomini, Vergemoli, Fornovolasco, Gragliana, Fabbriche, Valico Sotto e Valico Sopra.
In questa nuova situazione, Trassilico si trovò ad essere terra di confine fra il territorio della repubblica Lucchese e quello della repubblica Fiorentina vicaria di Barga.
Vi furono vantaggi dal punto di vista fiscale con lo sgravio da dazi e gabelle, ma la distanza dal potere centrale, che risiedeva a Ferrara, favori il libero movimento delle persone e delle merci , ma anche lo sviluppo del banditismo.
Comunque questo periodo segnò l'espandersi del paese; infatti con l'aumento della popolazione, si costruirono le prime case al di fuori del castello ,gettando le basi per la futura formazione della parte nuova chiamata " maestà" o "mestà", dalla "mestaina" che si trovava al posto della chiesa di san Rocco( cioè una piccola edicola che conserva un immagine sacra.
Si intensificarono i lavori di terrazzamento e si inizio a sostituire il bosco spontaneo con la selva di castagno.
Nella rocca risiedeva il Podestà, cioè colui che, in rappresentanza del potere centrale, amministrava la giustizia; i sindaci , cioè i rappresentanti delle varie comunità, dovevano tenere le loro riunioni o" parlamenti" all'interno della rocca alla presenza del podestà e del Cancelliere Notaro.
Vi era anche il Camerligo, cioè l'ufficiale addetto alla riscossione al pagamento di tutte le entrate e le uscite comunitarie.
Nel 1512 Trassilico fu una delle poche terre ( insieme con la fortezza delle Verrucole,Castelnuovo e Vallico) che non si arrese agli uomini di Francesco della Rovere, nipote di Papa Giulio II, che per breve tempo occupò la Garfagnana.
Il duca della Rovere, vista la poca resistenza incontrata in Garfagnana, decise di attaccare Ferrara, ed abbandonò la valle in balìa di se stesso.
I Lucchesi, con l'aiuto dei Castelnuovesi e della disgregazione dello stato Estense, ottennero da Ugo Moncada, vice re di Napoli, alcune truppe Spagnole per 6000 scudi e i primi di ottobre invasero la Garfagnana, compreso Trassilico.
La presenza degli Spagnoli è confermata dalla scritta scolpita nella pietra della fontana che si incontra prima di entrare in paese, nella quale si mescolano termini italiani e spagnoli: "non es fuogo che mas arda come lingua che mas habla"; scritta, che si trova all'altezza degli occhi delle donne che dovevano piegarsi sulla pila di pietra della fontana per lavare i panni.
Nel centro della fontana si possono ancora scorgere scolpiti a rilievo : la rocca, che fu il simbolo del comune, le chiavi incrociate, simbolo della parrocchia e l'impresa araldica di Ercole primo d'Este.
Comunque nel 1513, con la morte di papa Giulio II, la Garfagnana tornò agli Estensi; peraltro, frequentemente si verificavano dispute per i confini tra trassilico e il vicino popolo di Verni, appartenente alla repubblica di Lucca. Proprio per sedare queste liti, si riuscì nel corso del 1517 a trovare una soluzione per i discussi confini in località detta " al faggeto", e si dispose la consegna a Trassilico di Parte del terreno oggetto della lite.
Dal 1522 al 1525 fu commissario della Garfagnana Ludovico Ariosto, dalla cui corrispondenza con il duca Alfonso I, si ricavano diverse informazioni su Trassilico. Nel 1557 Ercole III d'Este fu nominato Generale di Francia e così la vicaria di Trassilico si trovò a fronteggiare Barga, vicaria di Firenze, a quel tempo alleata della Spagna. Nel 1558 i Barghigiani attaccarono il castello di Trassilico, ma furono respinti dai suoi abitanti.
Tra la fine del '500 e i primi del '600 la Garfagnana fu sconvolta dalla guerra fra gli Estensi e la Repubblica di Lucca; si combattè in quasi tutta la valle, con l'eccezione di Trassilico, favorito dalla sua posizione geografica che lo rendeva inespugnabile.
Nel 1618 venne firmata la pace e nella valle vi fu un lungo periodo di relativo equilibrio fino alla fine del XVIII sec., quando arrivarono le armate di Napoleone.Nel 1796 ci fu un congresso e i rappresentanti di Bologna, Modena, Ferrara e Reggio dettero vita ad una federazione, la Repubblica Cispadana, per aiutarsi a vicenda; sul finire del secolo, la Repubblica prese possesso della Garfagnana, che dipendeva dal ducato di Modena, e impose forti tasse sul grano e sui formaggi. Inoltre il capitano Giovanni Giraud ordinò che venissero distribuite vettovaglie alle truppe francesi. Tale imposizione creò malcontento fra la popolazione, anche perchè le truppe francesi uccisero Giuseppe Celleri, accusato di essere il capo della rivolta in Trassilico e di aver riappeso lo stemma estense (che ora si trova sopra la porta della sacrestia della chiesa di S.Elisabetta; inoltre le truppe francesi, alla ricerca di beni da sequestrare, danneggiarono il quadro rinascimentale che si trova ancora oggi nel coro della chiesa di S.Pietro) e portarono via l'organo che era nella chiesa di S.Elisabetta (nel paese oggi esiste il detto :l'organo di S.Elisabetta suona a Bastia).
Nell'800 la Garfagnana passò a far parte del Principato dei Baciocchi di Lucca; con il Congresso di Vienna e la conseguente restaurazione (1814), tornò agli eredi degli ultimi Estensi: Maria Beatrice e Ferdinando di Asburgo-Lorena.Tra il 1848-1849 ci fu la breve parentesi sotto il Granducato di Toscana, poi il ritorno al Ducato di Modena, fino al plebiscito del 1860 con il quale anche la Garfagnana fu unita al Regno d'Italia, ma sotto la provincia di Massa. Solo nel 1923 fu riunita alla provincia di Lucca. Con il decreto n. 441 del 10 maggio 1947 la sede comunale fu trasferita a Fabbriche di Vallico;il 21 aprile 1948 fu soppressa la denominazione "Comune di Trassilico" divenuto così frazione del comune di Fabbriche ma successivamente passò a far parte del comune di Gallicano.
Rif.http://www.paesiapuani.it/trassilico.htm
Il paese di Trassilico si trova all'interno del comune di Gallicano, alle spalle delle alpi Apuane, di fronte al monte forato ed alla Pania della croce.
Il paese di Trassilico confina con il comune di Vergemoli, con il paese di Calomini, Vergemoli, San Pellegrinetto, Gragliana, con il comune di Fabbriche di Vallico, tramite Vallico di sopra, infine con Verni.
Il paese di Trassilico oggi si raggiunge facilmente da Gallicano con una strada asfaltata ricavata lungo la costa della vallata, mentre una volta il paese si raggiungeva tramite delle mulattiere alcune delle quali ancor oggi percorribili.
La più antica è la mulattiera che scende rapidamente sul versante in faccia a Vergemoli, e si allaccia a quella che da Castelnuovo, risalendo il corso della turrite di Gallicano, passava da Fornovolasco e attraverso il valico di Petrosciana raggiungeva la Versilia.
l'origine del paese di Trassilico non ha testimonianze certe, comunque, secondo alcuni, la località risulta abitata fin dall' 'epoca romana, come attesterebbero sporadici ritrovamenti archeologici.
Nel 1988 è stata rinvenuta casualmente per il cedimento di un vecchio muro di sostegno, una lastra di arenaria di piccole dimensioni, databile tra il V e VII secolo dopo cristo e recante incisa la scritta funebre per un bambino, propensus, scomparso in tenera età e risorto ad una vita nuova: questa testimonianza paleocristiana induce a pensare che in quel periodo li esistesse un cimitero .
Quanto alla denominazione del paese va ricordato che essa potrebbe trarre origine da " trans pertusum silicem", cioè "oltre il foro della pietra"con riferimento al monte forato, oppure, come appare da alcune antiche carte geografiche dove il nome della Pania è segnato come" pietra pania ", potrebbe essere semplicemente "trans silicem" che suonerebbe " al dilà della pietra (pania).
Il primo riferimento al paese di Trassilico si ha nell'anno 740, in un documento con il quale Gundualdo Chierico, discendente dai longobardi acquistò una e un pezzo di terra incolta in " Trasiclu" da un certo Baruncio di Vico Campulo (Campori), per due soldi d'oro.
LA presenza Longobarda è confermata anche dall' intervento di due toponimi usati ancora oggi, Lavacello, si tratta di una sorgente di piccole dimensioni posta sulla vecchia strada che conduceva alla via di collegamento con la Versilia e Castelnuovo (chiamata via di Castelnuovo);Lavacchielli cioè una sorgente che si trova sulla strada che collega il paese alla località Colle; comunque entrambi i termini in origine dovevano avere il significato di luogo dove affiora l'acqua.
Intorno all'anno 1040 viene citato in un documento Donnuccio detto Sirico, appartenente alla famiglia dei Porcaresi ; questa famiglia che secondo alcuni fece costruire la rocca, dominò fino al 1209 anno in cui fu messa al bando dall'imperatore Ottone IV.
In seguito venne riabilitata , ma decise di abbandonare la sua giurisdizione su Trassilico e delegò alcuni dei suoi componenti a sciogliere il paese dalla promessa di fedeltà e dai giuramenti fatti verso quella casata e a venderne i beni , i diritti e tutto quanto competeva alla famiglia nei confronti della comunità.
Nel XIV secolo i documenti in cui si fa riferimento a Trassilico sono più numerosi e forniscono un numero sempre maggiore di notizie.
Una volta caduti i Guinigi a Lucca, approfittando della situazione di instabilità politica venutasi a creare in città e per il timore di incursioni e saccheggi, ma nel 1429 Sillico si offri spontaneamente agli Estensi, seguito nel 1430 da Gallicano con tutte le comunità appartenenti alla sua vicaria e quindi anche Trassilico.
Negli anni seguenti quasi tutti i paesi della Garfagnana passarono alla casa d'Este, tranne Castiglione e Minucciano che rimasero soggetti a Lucca, mentre Gallicano, con Perpoli, Fiattone,Treppignana e Riana, tornarono sotto il dominio lucchese nel 1451.
In quel periodo la valle fu divisa nelle vicarie estensi di Castelnuovo(dove risiedeva il governatore della "provincia" della Garfagnana), Camporgiano, Trassilico e delle Terre nuove.La vicaria di Trassilico fu formata con alcune delle terre appartenute alla vicaria di Gallicano e comprendeva:Trassilico, Cascio, Molazzana, Brucciano, Calomini, Vergemoli, Fornovolasco, Gragliana, Fabbriche, Valico Sotto e Valico Sopra.
In questa nuova situazione, Trassilico si trovò ad essere terra di confine fra il territorio della repubblica Lucchese e quello della repubblica Fiorentina vicaria di Barga.
Vi furono vantaggi dal punto di vista fiscale con lo sgravio da dazi e gabelle, ma la distanza dal potere centrale, che risiedeva a Ferrara, favori il libero movimento delle persone e delle merci , ma anche lo sviluppo del banditismo.
Comunque questo periodo segnò l'espandersi del paese; infatti con l'aumento della popolazione, si costruirono le prime case al di fuori del castello ,gettando le basi per la futura formazione della parte nuova chiamata " maestà" o "mestà", dalla "mestaina" che si trovava al posto della chiesa di san Rocco( cioè una piccola edicola che conserva un immagine sacra.
Si intensificarono i lavori di terrazzamento e si inizio a sostituire il bosco spontaneo con la selva di castagno.
Nella rocca risiedeva il Podestà, cioè colui che, in rappresentanza del potere centrale, amministrava la giustizia; i sindaci , cioè i rappresentanti delle varie comunità, dovevano tenere le loro riunioni o" parlamenti" all'interno della rocca alla presenza del podestà e del Cancelliere Notaro.
Vi era anche il Camerligo, cioè l'ufficiale addetto alla riscossione al pagamento di tutte le entrate e le uscite comunitarie.
Nel 1512 Trassilico fu una delle poche terre ( insieme con la fortezza delle Verrucole,Castelnuovo e Vallico) che non si arrese agli uomini di Francesco della Rovere, nipote di Papa Giulio II, che per breve tempo occupò la Garfagnana.
Il duca della Rovere, vista la poca resistenza incontrata in Garfagnana, decise di attaccare Ferrara, ed abbandonò la valle in balìa di se stesso.
I Lucchesi, con l'aiuto dei Castelnuovesi e della disgregazione dello stato Estense, ottennero da Ugo Moncada, vice re di Napoli, alcune truppe Spagnole per 6000 scudi e i primi di ottobre invasero la Garfagnana, compreso Trassilico.
La presenza degli Spagnoli è confermata dalla scritta scolpita nella pietra della fontana che si incontra prima di entrare in paese, nella quale si mescolano termini italiani e spagnoli: "non es fuogo che mas arda come lingua che mas habla"; scritta, che si trova all'altezza degli occhi delle donne che dovevano piegarsi sulla pila di pietra della fontana per lavare i panni.
Nel centro della fontana si possono ancora scorgere scolpiti a rilievo : la rocca, che fu il simbolo del comune, le chiavi incrociate, simbolo della parrocchia e l'impresa araldica di Ercole primo d'Este.
Comunque nel 1513, con la morte di papa Giulio II, la Garfagnana tornò agli Estensi; peraltro, frequentemente si verificavano dispute per i confini tra trassilico e il vicino popolo di Verni, appartenente alla repubblica di Lucca. Proprio per sedare queste liti, si riuscì nel corso del 1517 a trovare una soluzione per i discussi confini in località detta " al faggeto", e si dispose la consegna a Trassilico di Parte del terreno oggetto della lite.
Dal 1522 al 1525 fu commissario della Garfagnana Ludovico Ariosto, dalla cui corrispondenza con il duca Alfonso I, si ricavano diverse informazioni su Trassilico. Nel 1557 Ercole III d'Este fu nominato Generale di Francia e così la vicaria di Trassilico si trovò a fronteggiare Barga, vicaria di Firenze, a quel tempo alleata della Spagna. Nel 1558 i Barghigiani attaccarono il castello di Trassilico, ma furono respinti dai suoi abitanti.
Tra la fine del '500 e i primi del '600 la Garfagnana fu sconvolta dalla guerra fra gli Estensi e la Repubblica di Lucca; si combattè in quasi tutta la valle, con l'eccezione di Trassilico, favorito dalla sua posizione geografica che lo rendeva inespugnabile.
Nel 1618 venne firmata la pace e nella valle vi fu un lungo periodo di relativo equilibrio fino alla fine del XVIII sec., quando arrivarono le armate di Napoleone.Nel 1796 ci fu un congresso e i rappresentanti di Bologna, Modena, Ferrara e Reggio dettero vita ad una federazione, la Repubblica Cispadana, per aiutarsi a vicenda; sul finire del secolo, la Repubblica prese possesso della Garfagnana, che dipendeva dal ducato di Modena, e impose forti tasse sul grano e sui formaggi. Inoltre il capitano Giovanni Giraud ordinò che venissero distribuite vettovaglie alle truppe francesi. Tale imposizione creò malcontento fra la popolazione, anche perchè le truppe francesi uccisero Giuseppe Celleri, accusato di essere il capo della rivolta in Trassilico e di aver riappeso lo stemma estense (che ora si trova sopra la porta della sacrestia della chiesa di S.Elisabetta; inoltre le truppe francesi, alla ricerca di beni da sequestrare, danneggiarono il quadro rinascimentale che si trova ancora oggi nel coro della chiesa di S.Pietro) e portarono via l'organo che era nella chiesa di S.Elisabetta (nel paese oggi esiste il detto :l'organo di S.Elisabetta suona a Bastia).
Nell'800 la Garfagnana passò a far parte del Principato dei Baciocchi di Lucca; con il Congresso di Vienna e la conseguente restaurazione (1814), tornò agli eredi degli ultimi Estensi: Maria Beatrice e Ferdinando di Asburgo-Lorena.Tra il 1848-1849 ci fu la breve parentesi sotto il Granducato di Toscana, poi il ritorno al Ducato di Modena, fino al plebiscito del 1860 con il quale anche la Garfagnana fu unita al Regno d'Italia, ma sotto la provincia di Massa. Solo nel 1923 fu riunita alla provincia di Lucca. Con il decreto n. 441 del 10 maggio 1947 la sede comunale fu trasferita a Fabbriche di Vallico;il 21 aprile 1948 fu soppressa la denominazione "Comune di Trassilico" divenuto così frazione del comune di Fabbriche ma successivamente passò a far parte del comune di Gallicano.
Rif.http://www.paesiapuani.it/trassilico.htm
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