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Verni (Gallicano - LU)

Verni ( 522 m.S.l.m.)


Verni - Storia del borgo (di STEFANO COLOGNORI)

Verni è un antico borgo medioevale del Comune di Gallicano, arroccato su un colle roccioso e impervio della Valle della Turrite di Petrosciana, situato nella parte più a sud della Garfagnana.
Viene citato per la prima volta in un documento del 997 d.C. come “Castrum Liverni”, che nell’evolversi della lingua italiana muterà in “Verni”, anche se l’origine di questo toponimo è molto dibattuta, si ritiene, infatti, che derivi probabilmente da suffissi come “LI” e “AL” aggiunti a “Verni” semplicemente per indicare il luogo di Verni; altri ancora sostengono che possa derivare da due sostantivi latini, in altre parole “Vernus” con il significato di “primavera” (forse i primi fondatori del borgo passavano la primavera nel luogo di Verni per il clima più mitigato) e infine “Verna, ae” con il significato di “schiavo” (forse inteso come “colonia” o “luogo dove sono gli schiavi”).
La fondazione del borgo ha origini incerte, secondo gli esperti sarebbe nato intorno al VII/VIII d.C. ed è stata accertata la presenza dei Longobardi.
Nell’epoca medioevale, Verni, come il vicino Gallicano, fu dimora dei Corvaia, signori di Seravezza. Verni, infatti, fu un importante castello e punto militare strategico, teatro di un crocevia di viandanti che collegava la Valle della Turrite di Gallicano all’Alta Versilia favorendone gli scambi commerciali.
Fin dalla sua conquista da parte della Repubblica di Lucca, Verni divenne uno dei maggiori presidi militari fortificati della Garfagnana insieme a Castiglione e Minucciano, tanto da essere rinforzato con una possente cinta muraria.
In seguito passò come feudo alla famiglia longobarda dei Porcaresi e nel 1272 venne inserito dai Lucchesi nella Vicaria di Barga. Dopo la caduta di Castruccio Castracani, l’influenza di Lucca sulla Garfagnana iniziò a sgretolarsi, approfittando di tale situazione, Barga si pone sotto la protezione della Repubblica di Firenze, Verni, rimasto in mano a Lucca, verrà inserito assieme ad altri comuni nella nuova Vicaria di Gallicano e ne seguirà le sorti fino all’Unità d’Italia. Come gli altri castelli della valle rimase coinvolto nelle guerre tra i Lucchesi e gli Estensi, finendo poi per essere distrutto.
In seguito alla distruzione del castello, Verni, ormai divenuto un piccolo borgo fortificato che ospitava una guarnigione composta da pochi uomini sotto il comando di un sergente e non in grado di fronteggiare eventuali attacchi, fu utilizzato dalle varie potenze che si spartirono la Garfagnana come punto di contatto militare, data la sua ottima visuale su buona parte della Valle del Serchio.
Nel 1331 la chiesa parrocchiale di Verni, intitolata a S. Martino, accolse un notaro inviato da Re Giovanni, per raccogliere il giuramento di fedeltà di alcuni uomini del castello di Trassilico verso lui e suo figlio Carlo (il futuro imperatore Carlo V).
Venuto con 800 cavalieri in soccorso di Lucca durante l’assedio fiorentino, due anni più tardi, Re Giovanni venderà Lucca per 35.000 fiorini d’oro ai fratelli De Rossi, dando inizio ad una serie di turbolenti avvenimenti che spingeranno Verni e gran parte della Garfagnana a darsi agli Estensi.
Sotto gli Estensi la situazione non migliorò e per alcuni anni Verni si trovò ugualmente alla mercé delle varie potenze militari (Lucchesi, Fiorentini, Pisani) insediatesi nella valle e fu costretto più di una volta a cambiare “padrone”.
Nel 1512 Verni venne conquistato dal Duca di Urbino Francesco della Rovere, il quale subito dopo tenterà invano di espugnare Trassilico; una volta risoltasi la questione con mezzi diplomatici il paese venne restituito dal Papa alla Repubblica di Lucca.
Nel 1513 si accentuarono anche le dispute e le guerre di confine con il vicino Trassilico, dispute favorite anche dai diversi schieramenti dei due paesi (Verni apparteneva alla Repubblica di Lucca, mentre Trassilico agli Estensi), queste dispute finivano sempre per trasformarsi in violenti scontri in cui il più delle volte dovettero intervenire direttamente i due stati confinanti; proprio per sedare queste liti, si riuscì nel corso del 1517 a trovare una soluzione per i discussi confini in località detta del “Faggeto” (oggi il “Faeto”) e si dispose che il terreno fosse consegnato per metà a Trassilico e l’altra metà a Verni.
Al fine di stemperare questa rivalità protrattasi per secoli fra i due paesi (rivalità che in un certo senso non si è spenta ancora oggi), anche quando coabitavano sotto lo stesso tetto politico, vogliamo ricordare agli amanti delle curiosità quando lo scorso secolo a Trassilico, durante la rifusione in piazza della sua campana maggiore rottasi in quel periodo, gli uomini di Trassilico accortasi che la loro legna non era sufficiente, corsero a chiedere aiuto a quelli di Verni, che prontamente accorsero portando il legname necessario e addirittura i cannicci dei metati per alimentare il fuoco.
Da allora Trassilico in segno di riconoscenza suona le sue campane durante la processione che si tiene ogni tre anni a Verni, in occasione dei festeggiamenti di S. Maria Assunta.
Ma torniamo alla storia.
Nel 1560 sorsero gravi questioni fra gli abitanti di Verni e quelli di Gallicano, per aver questi recato non piccoli danni per pascoli ed altro.
Dopo diversi fatti e contese, gli abitanti di Verni spedirono mandatari ai Gallicanesi a porgere scuse per i loro mali portamenti, ed allora tutto venne accomodato all’amichevole; ma nel 1586 fu ad essi proibito di condurre al pascolo le loro bestie sul territorio di Gallicano.
Nel 1669 Verni tentò di separarsi da Gallicano, ma la domanda non fu assecondata dalla Repubblica, e seguitò sempre a restarvi unito. Fin dal 1700, Verni fu un centro molto importante per la produzione di seta lucchese, come dimostra la grande quantità di piante da gelso.
Gli statuti del Comune di Verni portano la data del 30 Giugno 1745, e sono ancora conservati nell’Archivio Lucchese.

La Rocca e le mura di Verni

In epoca medioevale, Verni era circondato da una cinta di mura munita di varie torri, poi progressivamente scomparse in seguito alla distruzione della rocca e del castello, tuttavia si conservano ancora una porta ad arco munita di guardiola e i ruderi di una torre, denominata “Castelletto”.
Costruita in un’ epoca precedente al X secolo, la rocca di Verni ha una struttura molto particolare, è posizionata su un’altura che permetteva di tenere d’occhio gran parte della valle del Serchio, nella parte più bassa della rocca è situata la chiesa, preceduta da un assai bel sagrato cinto ancora dai residui delle mura.
La parte più alta è la zona detta “degli ortacci”, su cui in epoca più tarda e solo in seguito alla distruzione della rocca nacque un cimitero, che venne smantellato nella prima metà del 900; lì si appostavano le vedette.
Probabilmente la costruzione fu ampliata dagli Estensi, che fortificarono molti paesi della Garfagnana che gli giurarono fedeltà. L’antica origine della rocca è testimoniata da alcuni resti di cinta muraria e dalle storie tramandate della presenza di alcuni corridoi interni alle mura preceduti da arcate, l’ultimo dei quali è ancora presente sul retro della chiesa, questi archi secondo le storie locali permettevano l’accesso ad alcuni sotto-passaggi che collegavano sia la rocca che le vie del paese ai campi sottostanti, venendo utilizzati come vie di fuga durante gli assedi.
In alcuni tratti il complesso fortificato è ancora ben conservato, in particolare nel circondario del muro intorno alla rocca e nel frammento di cinta muraria sottostante alla chiesa.

La Chiesa di S. Martino e l'Oratorio di Santa Maria Assunta

La chiesa parrocchiale di Verni, dedicata a S. Martino, caratterizzata da un bell’abside, è da considerarsi uno degli edifici sacri più antichi della Garfagnana, in quanto risalente ad un’ epoca precedente al 1000, al suo interno inoltre conserva ben sette altari e vari manufatti di pregiata fattura, come il pulpito ligneo eseguito ad intaglio del 500, la statua dell’Assunta e l’altare maggiore (entrambi cinquecenteschi) ed infine la statua del “Gesù morto”.
L’antica chiesa sorge nella parte più bassa della Rocca, e sarà nominata solo nel 1260, all’interno del “Libellus Extimi Lucanae Diocesis”. Possiamo tuttavia non solo ritenerla già esistente nel 997 d.C., ma addirittura ascriverne la fondazione ai secoli precedenti, data la sua dedica al Santo Vescovo Martino. È noto infatti che le Chiese dedicate a questo santo sono di fondazione longobarda, come altre dedicate a Giorgio e Michele. In epoca romanica l’antica costruzione venne completamente rinnovata: fu ricostruita in blocchi levigati di pietra arenaria; di questo periodo rimane la parte esterna dell’abside. Nel secolo XVII la Chiesa venne nuovamente ingrandita, si costruì il transetto e si prolungò verso la facciata; vennero edificate le volte a vela e fu intonacata nella facciata e nei muri perimetrali esterni. All’interno della Chiesa sono osservabili diversi epigrafi: sulla botola dell’ossario centrale si legge “ANNO DÕNI MDCCVIII” e sull’altare del transetto Est “R·M·P. DL·1737”.
Durante i lavori di restauro della pavimentazione sono stati rinvenuti, al di sotto delle ali del transetto due ambienti sotterranei utilizzati come ossari. Si tratta di stanze profonde circa 1,70 metri rispetto alla pavimentazione attuale, con pareti in laterizi e calce e con copertura a botte.
Da notare infine un’insolita croce greca ricavata nella calce fresca sulla parete Sud, a circa 40 cm dal soffitto.
Il piccolo oratorio di Santa Maria Assunta, posto sulla strada comunale che collega Verni a Trassilico, è sicuramente uno degli edifici più antichi del borgo, in quanto si può leggere su una pietra in rilievo della facciata la data 1138.
Al suo interno inoltre vi erano diversi affreschi, che purtroppo sono andati distrutti durante gli ultimi lavori di manutenzione. 

                                                Grazie 






































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